La crisi dei chip affossa il mercato auto

La crisi del chip affossa i mercati dell’auto, dalle vendite al noleggio auto.

Le immatricolazioni auto vedono, in tutta Europa, un calo delle immatricolazioni negli ultimi 3 mesi, con una media di circa il 30% mese. Il mercato auto, la vendita auto e il noleggio auto a -37%.

Il settore automotive, già pesantemente penalizzato dalla Pandemia, vive in questo momento una crisi nelle forniture di microchip che è anchessa legata alla Pandemia.

Infatti con l’avvento del virus, le aziende produttrici avevano ridotto i programmi di produzione ritenendo che si sarebbe avverato un calo della domanda legato ai lockdown e a tutta la crisi sanitaria creando di fatto “la crisi dei chip”.

Insomma una crisi del comparto dettata prima dal virus e poi dai microchip, e sembra non esserci pace per questo comparto.

Un problema globale

Il problema dei microchip, legato al mercato auto, è diventato di carattere globale. Sono molte infatti le case che hanno chiuso gli stabilimenti di produzione e al momento non sembra esserci una via d’uscita.

A cause della carenza dei materiali e problemi di natura logistica, sono aumentati e intensificati i ritardi delle consegne auto. Va da sè, che la naturale conseguenza, che le aziende automobilistiche sono rimaste in attesa dei beni per completare i loro ordini.

Come dicevamo pocanzi, molti brand stanno chiudendo gli impianti produttivi, per logica conseguenza della mancanza di componenti fondamentali per la produzione di veicoli.

Un esempio eclatante, dopo le chiusure temporanee di svariate fabbriche durante i lockdown, la casa produttrice boema Skoda, ha chiuso gli impianti produttivi fino a fine anno, lasciando a cascata in crisi un settore che vede 180.000 addetti coinvolti.

Ci vorrà molto tempo prima che i produttori, in particolare quelli dei semi conduttori, riescano a ristabilire l’equilibrio delle forniture nei vari settori.

Di fatto oggi il mondo automotive, in generale, è a bocca asciutta.

Gli effetti della crisi

Domanda alta e scarsità di prodotto, i prezzi stanno lievitando, anche dei listini dei veicoli che nel 2021 hanno già visto diversi ritocchi.

In mancanza di veicoli nuovi, oggi sul mercato si cercano anche occasioni, Km zero, usati garantiti. Ma gli effetti della crisi e la scarsità di veicoli nuovi hanno segnato il mercato usato e fatto lievitare i prezzi.

Un auto media anno 2019, con pochi chilometri, viene venduta a meno 20% del prezzo di listino oggi. Basti pensare che solo lo scorso anno, lo stesso tipo di veicolo, si poteva acquistare alla metà del valore di listino.

Una crisi “disastrosa” per tutto il settore, destinata a durare tempo senza soluzioni nell’immediato, con i consumatori che dovranno fare i conti con prezzi elevati e tempi di attesa raddoppiati per non dire triplicati in alcuni casi.

Anche il noleggio auto a lungo termine e a breve termine non si è salvato. Aumento dei prezzi e servizi, aumento del canone e costi in generale per il consumatore.

Chi ci guadagna

All’interno dei mercati ed ad ogni crisi, mentre qualcuno perde ed è in difficoltà, c’è sempre qualcuno che sorride, e in questo caso sono i produttori di componenti elettronici.

La Corea del Nord ha raggiunto il record a settembre 2021 con +27,4%, mentre Taiwan Semiconductor Manifacturing Co (Tsmc), uno dei più grandi produttori mondiali, ha chiuso il bilancio a +20%.

Le prospettive di mercato, secondo i dati del World semiconductor trade statistic, vede il mercato mondiale con un incremento di 150 miliardi di dollari, un balzo del 25% rispetto al 2020.

Un piatto veramente ricco che stima per il 2022 un incremento ulteriore del 10% rispetto all’odierno e che renderà povero un settore automotive che deve affrontare una ripartenza pesante e, vista la tecnologia sulle auto oggi, senza gli ingredienti principali.

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